CHI SONO

"Mi chiamo Federico Romani, ho diciannove anni. Ho frequentato il Liceo Artistico A. Passaglia di Lucca e attualmente studio cinema presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara.

Sperimento con la produzione di ogni forma di prodotto audiovisivo, spaziando dagli spost pubblicitari, ai video musicali ai cortometraggi. Inseguo il sogno di lavorare sul set.

Il mio obiettivo nel mondo della cinematografia vuole essere quello di plasmare attraverso gli strumenti di quest'arte prodotti originali, sia che abbracciano temi più profondi inseguendo un’estetica accattivante e meditativa, sia più leggeri e all’insegna del divertimento, che risentono ampiamente di molteplici influenze europee e internazionali da parte di maggiori esponenti nel settore.

Credo nell'arte, organismo organico e in costante movimento, come in uno strumento di provocazione. Talvolte utile a criticare l'arte stessa.

Caratterizzano la mia formazione artistica e si allineano maggiormente alla mia poetica registi sperimentali, anticonformisti e non convenzionali tra cui alcuni: Lars von Trier, col suo culto del grottesco e la sua estrema e schietta sensibilità nel rendere il dispositivo cinematografico un ponte attraverso tutti i tipi di media; Gaspar Noe, con la sua spinta cruda e poetica “borderline” nel trattare tematiche sensibili; Stanley Kubrick per la sua innovazione tecnica e creativa; ma ancora: Wes Anderson; Quentin Tarantino, David Fincher, Thomas Vintenberg, Robert Eggers, Martin Scorsese, Pier Paolo Pasolini e molti altri.

Ammiro tutti coloro che sono stati in grado di afferrare l’arte cinematografia a piene mani e scardinarne le forme, ognuno al proprio modo, rimescolandone gli elementi attraverso il tempo e i generi, plasmandone di nuovi e creando ibridi di tematiche e correnti estetiche per al meglio valorizzare una profonda carica espressiva, pregna di significato, o, più semplicemente, impostare una riflessione che si estende al pubblico calandolo in un’atmosfera di costante raccoglimento.

Amo il cinema e tutto ciò che ne consegue, dietro la macchina da presa, non solo perché il prodotto che genera è magia, ma perché è una magia-ponte attraverso il tessuto sociale in cui viviamo e senza il quale non potrebbe esistere: mi appassionano i legami che si è costretti a edificare per far sì che questa fantasia sia possibile, ricercando nelle persone quell’esatto grado di pertinenza e scoprirne le abilità: leggere nel volto di un attore il nome di un personaggio ancora non scritto, tradurre un’abilità pratica osservata in una risorsa fondamentale per questa disciplina. Far uso di tutto ciò di cui si dispone per costruire nuove storie; sfruttare ogni stimolo possibile per assemblare un’opera frutto non di un singolo, ma della splendida unità di un gruppo motivato e coordinato.

Voglio inseguire la regia perché il regista è una sorta di leader. Tra le proprie mani tiene le redini di questo formidabile gruppo e ne coordina i movimenti, si prende carico di importanti responsabilità e si mette a disposizione di ogni esigenza dei suoi collaboratori, perché sa che gli stessi fanno lo stesso a loro volta e ne rispettano il ruolo.

Io, gettandomi fuori dalla mia introversione, voglio salpare un mare di mani congiunte in segno di collaborazione, spaziare in set fulcro di esplosioni creative senza fine e guadagnare la capacità, e la soddisfazione, di essere la chiave di volta, ma pietra come gli altri, di questa zampillante struttura sociale e senza tempo.

Tutto questo è il sogno.

Ma per adesso, sono Federico Romani."

biografia